F.lli Esposito © 2001 - 2008 by Carlo Esposito ex allievo del 189' corso |
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Inoltre c'erano tre professori civili che insegnavano diritto marittimo, storia e geografia, e insegnanti a contratto che insegnavano lingue, calligrafia e contabilità mentre un sottufficiale addestrava gli allievi nella scherma e un nostromo nelle arti marinaresche. Ai migliori allievi alla fine del corso erano riservati alcuni posti di cadetto nel corpo degli ingegneri navali. La lingua d'insegnamento, quella che sarebbe stata poi la lingua di bordo, era l'italiano, cosicché era utile per i futuri allievi di lingua tedesca passare un periodo in Italia per imparare la nostra lingua. Nella prima metà dell'800 ebbe vita in Venezia anche un «Istituto Tecnico di Marina Mercantile» il quale darà in seguito luogo, attraverso molteplici trasformazioni, all'attuale Istituto Nautico «Sebastiano Venier». Fra il 1835 ed il 1843, come già riportato nella storia della Nunziatella, si intrecciano alcune significative esperienze fra istituti di formazione di armi diverse, la Reale Accademia di Marina dei Borbone e la Nunziatella: soppressa per decreto la Reale Accademia di Marina, un manipolo di 8 allievi del Collegio Militare furono assegnati all'Armata di Mare e, insieme agli ex allievi della Marina, vennero trasferiti alla Nunziatella. Nel 1938 fu riaperta l'Accademia di Marina con sede nella nave Vesuvio, ormeggiata nel porto di Napoli, e l'infermeria della Nunziatella prestava il "servizio sanitario" per gli allievi di Marina. Poco dopo, nel 1939, gli allievi della Marina furono trasferiti direttamente in alcuni locali del Real Collegio Militare ed i corsi dei due istituti furono persino unificati nel 1841.La convivenza, alla quale può |
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Armata di mare - Alunni marnari - Pilota Napoli 1855 | Armata di mare (Gento marittimo) Ufficiali Napoli 1855 | ||||||
farsi risalire la prima esperienza di "unità interforze", cessò nel 1943, quando "gli allievi Marinai" trovarono sede nel vicino rione di S. Lucia. Con la rivoluzione di Venezia, nel marzo 1848, i pochi allievi di lingua tedesca, si trasferirono a Trieste, mentre la grandissima maggioranza degli allievi e dei professori vi rimase ed il Collegio continuò a funzionare regolarmente. Nel 1850 il Collegio fu spostato a Trieste dagli austriaci, che insieme a Polo, andrà acquistando sempre maggiore importanza dal punto di vista della marina austriaca. Nel 1871 fu trasferita all'Arsenale di Venezia la «R. Scuola degli allievi macchinisti» dal Varignano (La Spezia). Dal 1919, Venezia ebbe anche, una Scuola Professionale Marittima: la «Nazario Sauro». Ai primi del '900 risale invece una caratteristica istituzione veneta: la Nave «Scilla» sede della scuola veneta di pesca e asilo per i figli di pescatori. Col tempo la nave divenne inservibile e si pensò di dare ai marinaretti una sede più adatta, costruendo un apposito edificio a S.Elena. Tale edificio fu invece destinato ad una nuova istituzione. Per trovare nuovamente un Collegio Navale a Venezia bisogna arrivare fino al periodo che precedette la seconda guerra mondiale. Gli allievi frequentavano il liceo classico e scientifico conseguendo alla fine del corso un titolo preferenziale per entrare all'Accademia Navale di Livorno. |
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L'isola di Sant'Elena e il Morosini | |||||||
L'ubicazione del Collegio non era più nell'isola di S. Anna - diventata Ospedale della Marina - ma nella vicina isola di S. Elena, già residenza di villeggiatura fino dal 1844 degli ammiragli comandanti in capo della marina austriaca. Il primo di essi, l'arciduca Federico, l'aveva trasformata in un giardino all'inglese avendovi fatto costruire delle serre. Infine dopo il periodo bellico della seconda guerra mondiale, dal 1945 al 1960, i locali furono utilizzati quale sede della Scuola Sottufficiali della Marina Militare, mentre, nel 1952 la Fondazione Giorgio Cini istituì nell'isola di San Giorgio un «Centro Marinaro» per accogliere circa cinquecento ragazzi fra interni ed esterni, orfani di marinai e pescatori, allo scopo di impartire loro una istruzione professionale e avviarli alla vita di mare. |
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La Scuola Navale Militare "F. Morosini" Il Fogazzaro doveva avere certo molto ben presente lo spessore e l'antichità della tradizione marinara delle nostre genti, quando stava vergando le parole della Preghiera del Marinaio. Una manciata di parole che dovevano rappresentare la storia, il sentimento, la religiosità ma soprattutto la tradizione! Roma si era affermata con l'impero anche grazie alle sue navi che sconfissero Cartagine sul mare, il suo elemento, mentre alla fine del medioevo nuove potenze marittime sorsero a sostegno delle antiche Repubbliche Marinare, e città come Ancona, Cagliari, Gaeta, Palermo, Messina, Bari, Trani ecc. forgiarono nuovi marinai. |
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Tutti marinai gli Italiani, così come italiani furono i marinai che utilizzarono le loro capacità e le loro conoscenze nautiche per effettuare ardite esplorazioni di quei tempi, scrivendo così pagine di storia non solo italiana: da Noli, da Mosto, Pessagno, i due Caboto, Colombo, Vespucci, Da Verrazzano ecc. La tradizione è il mezzo tramite il quale la storia del passato illumina il futuro e quella manciata di parole avrebbe dovuto rappresentare tutto ciò, "... noi uomini di mare ..." scrive il poeta; non poteva essere altrimenti, come è giusto che sia e si tramandi, sotto il simbolo degli emblemi riuniti delle quattro Repubbliche marinare che identificano la bandiera della nostra Marina! Tutto questo non poteva finire, non doveva finire non era giusto finisse a seguito del Trattato di pace del 1945. Il Trattato di pace imponeva all'Italia un solo "Collegio Militare" oltre alle Accademie; il Collegio Navale di Venezia, il Collegio Navale di Brindisi ed i Collegi Militarii di Roma e Milano furono quindi chiusi. Solamente la Scuola Militare "Nunziatella" di Napoli, essendo quella di più antiche tradizioni, poté continuare la sua attività. Sull'isola di S.Elena, l'ultima fermata prima del Lido, ove si può arrivare salendo e scendendo mille ponti su mille canali, i lavori per la costruzione di alcuni fabbricati, erano stati iniziati il 1 ° settembre del 1936 e realizzati nell'arco di un anno, sul progetto degli architetti Mansutti e Mozzo. |
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