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Cari amici, ricordate dello squaglio????
Era il sogno dell'allievo che sempre punito trovava il modo di uscire, per lo più di notte. Ci si organizzava per evitare ed eludere i controlli con mille mezzi, lasciando a scuola un fantoccio di stoffe nel letto per simulare la forma dell'allievo che riposa e sopratutto, cosa vietatissima, si usciva in abiti borghesi. La storia si svolgeva così : innanzitutto non era un privilegio a cui potevano accedere i cappelloni. Gli anziani e gli anzianissimi avevano le copie delle chiavi di vani ed uffici, mensa e corridoi, e quant'altro impedisse il passaggio. Ovviamente il tutto sottratto con inganno per
semplici distrazioni, anche provocate dagli stessi allievi. Conoscevamo posti e passaggi, esplorati nei giorni di festa quando eravamo obbligati a stare dentro perchè puniti. Vi accedevamo di notte anche per preparare la strada e per aprire o segare cancelli, catene e catenacci. Il tutto per il gusto di passare una notte fuori senza permesso ed in barba ai controlli. Si creò così un vero e proprio comando costituito dai caposquaglio. In genere erano scelti dagli anziani precedenti che passavano ai nuovi venuti chiavi, oggetti e segreti. I caposquaglio venivano distribuiti tenendo uguali posizioni tra classico e scientifico. Essi decidevano poi chi portarsi nelle imprese vietate,
secondo i fattori di rischio e le caratteristiche dell'allievo selezionato tra i loro amici di corso. Era un costante accumulare di notizie e segreti dei passaggi e dei posti inaccessibili agli allievi. A volte era prassi che i caposquaglio fossero i più puniti della scuola anche perchè si esponevano molto facilmente al rischio di essere beccati nei giri di esplorazione per conquistare mete o oggetti fraudolentemente. E' evidente che il caposquaglio era l'idolo dell'allievo ma anche l'incubo dell'istruttore e del graduato in camerata che ne subiva, nelle sue responsabilità di controllo, le totali pene nel conciliare il rapporto di cameratismo con quello di controllo. Il percorso adottato per uscire la notte dalla scuola, alla insaputa dei controlli, era quello di utilizzare dei sotterranei preparati dai Borboni che, passanti sotto la scuola, portavano nella zona del lungomare e che utilizzavano gli stessi Borboni come vie di fuga. Questi passaggi, dopo essere stati tante volte chiusi con cancelli e catene anche esse violate, negli ultimi anni sono stati murati per evitare ancora il passaggio degli allievi. Gli allievi utilizzavano come accessi i passaggi di aria dei cunicoli vicino la mensa a cui vi accedevano calandosi nelle botole del cortile (dette bocche di lupo)o i passaggi posti dietro l'altare della chiesa. Per l'allievo era importante lasciare un segno del suo passaggio con una scritta del suo nome sulle mura. Per il caposquaglio era una grande responsabilità gestire l'uscita degli allievi ma era ancora più difficile gestire il rientro sopratutto quando si era stati scoperti e gli ufficiali li attendevano per punirli. Nella gara della detenzione delle chiavi vi era un continuo provarle perchè gli ufficiali cambiavano continuamente le serrature. Era compito dei caposquaglio identificare gli allievi più scaltri del corso successivo per istruirli, guidarli e passargli le consegne. Il rischio era grosso, finanche l'essere cacciato dalla scuola e quindi bisognava stare molto attenti. Il dilemma da affrontare era quello di poter lasciare il proprio nome su quelle mura, cosa che ti rendeva vulnerabile per tutta la permanenza alla Nunziatella. Ma l'incoscienza gioiosa generava quella sfida che da anni si è chiamata ... SQUAGLIO. |
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Visita ai sotterranei Ragazzi, devo dire che oggi alla Nunziatella non vi è più tra gli allievi la forza di controbattere e trasgredire le regole. Però devo ammettere, da ex-allievo, sono molto attaccato a quanto avveniva nella scuola più di trenta anni or sono. Ho provveduto a schiarire le foto di questi sotterranei per poterli visionare ed ho trovato cose a dir poco stupende che hanno fatto rivivere vecchi momenti e ricordi. Io vi mostro le foto affinchè chiunque abbia partecipato allo SQUAGLIO possa in un attimo ritrovarsi con la mente in quegli ambienti e rivivere quell'aria da furbi che ci inorgogliva. Quindi, mostrando le foto riportiamo la mente ai passaggi tortuosi per poter squagliare. Dalle foto si vede che il passaggio partiva dalla mensa, ma essendo chiusa ci si calava da una botola nel cortile piccolo, che era una bocca di lupo per l'aereazione, e si accedeva nel corridoio della mensa. Poi si percorreva il corridoio nel senso opposto all'accesso della mensa e si passava sotto l'ingresso della scuola e sotto la chiesa. Alla fine vi era un cancello che come al solito era da noi violato. Passati sotto la chiesa vi era una scala che portava dietro l'altare e dall'altro lato un corridoio lungo il quale vi era un cimitero dei padri Gesuiti. Questo passaggio ci portava fin giù sulla Riviera di Chiaia uscendo oggi da un foro in uno spazio che oggi è adibito a garage. Nel corso del tragitto si vedono le scritte degli allievi più temerari. E tra questi tantissimi miei compagni di corso. Come vedo sono stati molto attivi ed erano lì a scrivere con vernici di vari colori i loro nomi, ben in mostra, rischiando l'espulsione dalla scuola. E' una emozione unica rivedere questi ambienti nel loro insieme e con tutte quelle scritte, anche perchè tutti gli allievi che vi sono entrati erano sempre con una illuminazione precaria, sia per gli scarsi mezzi sia per non essere visti da estranei. Oggi, conoscendo uno per uno questi allievi, persone raffermate nel contesto sociale, ci si domanda il perchè del fascino di questi ambienti. Inoltre si paventava anche la leggenda dell'allievo caduto nella botola profonda, forse un vecchio pozzo, di nome Crispino, il cui fantasma stesse ancora vagando tra quei sotterranei e che faceva paura a tutti sopratutto perchè si procedeva al buio. Ricordare quello che si faceva da ragazzi nei posti più strani e, rilevare i segni lasciati a distanza di più di 30 anni, fa sì che si rinnovino quelle belle emozioni e quei sentimenti di affiatamento goliardico tra compagni di scuola. Sono certo che oggi per noi tutti, rivedere questi posti susciterà anche un pò di pensieri malinconici ma felici. Carlo Esposito - 189' corso 1976-79 |
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