F.lli Esposito                     © 2001 - 2008  by Carlo Esposito ex allievo del 189' corso

 
Il Labaro della Associazione Ex Allievi della Scuola Militare Teuliè

Con l'avvento del Regno d'Italia napoleonico, la scuola assume nel 1807 il nome di Real Collegio degli Orfani militari con il compito di procurare "un'educazione gratuita ai figli dei militari caduti sul campo dell'onore o che avevano reso segnalati servizi allo Stato, nonchè ai figli de' funzionari civili commissionati dal Governo rimasti vittime nell'esercizio delle loro funzioni" e, dal 1808 ai figli dei cittadini con pagamento della retta; il Vicerè Eugenio di Beauharnais stabilì che l'ammissione al Collegio fosse consentita a 300 alunni a "piazza gratuita e a 30 pensionari". Nello stesso periodo il collegio incorporò anche la chiesa di San Celso per consentire agli allievi di fruire in loco degli uffici religiosi. Alla fine dell'impero napoleonico, il 21 settembre 1814, il Supremo Comando austriaco mantenne in vita l'istituto facendone una scuola militare superiore e mutandone il nome in Imperial Regio Collegio Militare in S. Luca, alla quale furono ammessi i giovani figli dei militari dei reggimenti lombardo-veneti che avevano compiuto l'istruzione premilitare in un altro collegio inferiore istituito a Bergamo.  Nel 1839 l'Imperatore Ferdinando I nell'ambito di una omogeneizzazione dell'educazione militare dell'impero Asburgico, trasformò l'Imperial Collegio nell'Imperial Regia Compagnia dei Cadetti, sul modello di quelle già esistenti in Austria, istituzione che durerà fìno all'episodio delle

 
La sede del Collegio Militare di Milano in Corso Italia

"5 giornate di Milano" (18 -22 marzo 1848, quando l'edificio verrà adibito dal governo provvisorio a Scuola d'Artiglieri e del Genio.  II nuovo ritorno degli Austriaci però non coincise con la riapertura della Scuola e la non troppo celata complicità dei collegiali milanesi con i rivoltosi del '48 venne punita con il cambio di destinazione del fabbricato ad Ospedale Militare. Si dovrà attendere l'annessione al Piemonte, nel 1859, perché il Collegio Militare di Milano sia riaperto, prendendo come modello la Scuola di Asti, per trarne allievi per la Regia Accademia di Torino; ne ebbe il comando dapprima il Luogotenente Colonnello Efisio Cugias al quale successero i Colonnelli Genova Thaon di Revel, Pratesi ed altri ufficiali superiori fino a che, con decreto 11 ago­sto 1869, fu di nuovo soppresso. La legge del 1873 sul nuovo ordinamento dell' Esercito permise la riapertura del Collegio nel 1874, ma il 19 settembre 1895 sarà nuovamente costretto a chiudere per carenza di allievi.  Passando attraverso la prima guerra mondiale e l'utilizzo dell'edificio come caserma, si giunge al 1935 quando si decise di istituire di nuovo la Scuola Militare di Milano, la cui attività venne peraltro troncata dal precipitare delle vicende belliche culminate nei fatti dell'8 settembre 1943 allorquando fu sciolta nella sede provvisoria della Caserma "Col di Lana" in Cremona, ove era stata trasferita nel 1942 in seguito ai

 
Il cortile Giulio Cesare   La statua Giulio Cesare

danneggiamenti subiti dallo storico edificio nel corso dei bombardamenti aerei di Milano. Dopo 53 anni, nel marzo del 1996, la Scuola Militare di Milano è stata riaperta nell'ambito della ristrutturazione dell'Esercito e alla luce dell'importanza assunta dal processo formativo nel nuovo contesto strategico nazionale. Per quanto riguarda invece l'evoluzione dell'araldica con cui la Scuola si è presentata nel corso degli anni, è più difficile compiere una ricostruzione storica dettagliata; ad ogni cambio di regime e di destinazione dell'edificio, usi, tradizioni, divise e simboli stessi (anche quelli materialmente inseriti nel fabbricato) sono stati abbandonati, dimenticati e talvolta, più o meno intenzionalmente, distrutti. Per cui, mentre durante il periodo napoleonico ed asburgico, il Collegio Militare con tutta probabilità, stando alle carte rimaste all'Archivio di Stato di Milano, si fregiava delle insegne statali, uso che si trova anche in altri collegi e convitti statali del Lombardo-Veneto, solo con l'unità d'Italia si ha un'arma propria che contraddistingua l'istituzione milanese.  A tutt'oggi nulla ancora si è trovato relativo al periodo 1859-1894, ma dal 1935 la Scuola innalza uno stemma siffatto: "d'azzurro all'aquila spiegata d'oro, coronata alla reale del medesimo, caricata in cuore da uno scudo ovale, di rosso alla croce d'argento" col motto: "Osare e durare"; quest'arma è stata palesemente tratta da quella sabauda, mutando gli smalti dell'aquila di Savoia antica e mettendo in evidenza l'azzurro, colore nazionale.  Nel corso della sua vita l'Istituto ha annoverato fra i suoi allievi 7 Medaglie d'oro, 77 caduti per la patria, 275 ufficiali generali e senatori del Regno.

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