F.lli Esposito                     © 2001 - 2008  by Carlo Esposito ex allievo del 189' corso

 

Nel 1734 all'inizio della sui investitura, Carlo di Borbcne, oltre la Real Accademia del Battaglione Real Ferdinando ed il Collegio Militare, aveva fondato la "Reale Piaggeria", uno specifico istituto di formazione che aveva il preciso scopo di educare al servizio presso Corte i giovanetti ("i paggi") fino al compimento del 18' anno di età.  E proprio nel Convento di Pizzofalcone, già sede del noviziato dei Gesuiti, dal 1778 era stato istituito il Real Collegio Ferdinando diretto dai Frati Scolopi, dove si formava "un Cavaliere Cristiano, costumato e sociale, dotto, ornato politico, utile allo Stato".  Non è allora un caso che, dopo la relazione di Parisi, la "Paggeria" fu chiusa.   Nell'ottobre del 1896, la Real Accademia fu separata dal Collegio Militare che venne trasferito dal Palazzo di Panatica del rione

Francesco De Sanctis

S. Lucia, nel vicino convento di Pizzofalcone del citato Real Collegio Ferdinando degli Scolopi: qui, "anche" i principi educativi della "Paggeria" furono ripresi e imposti ai Cadetti del nuovo Collegio Militare della Nunziatella, fondato per l'appunto il 18 novembre 1787. Ai nuovi Allievi veniva perciò assegnato, tra l'altro, il particolare privilegio di presenziare nelle manifestazioni ufficiali e culturali, come ad esempio i posti d'onore a loro riservati nel Teatro S. Carlo. Tanto si ricorda perché si rifletta sul

sistema educativo che i Re Borbonici imposero al loro Regno, con grande determinazione e lungimiranza nel secolo dei "lumi": del resto, la loro azione di Governo, portata avanti in altre iniziative del progresso tecnologico e produttivo, fece assumere a Napoli un significativo ruolo nella politica europea di quegli anni, facendola diventare "il" faro di riferimento per tutto il Mediterraneo.  Il sistema educativo di cui trattiamo, non solo era di grande innovazione, e di modernità. Basti pensare che, contrariamente ai principi educativi del tempo, ancor prima della formazione, l'educazione dell'Allievo doveva riguardare lo studio della loro indole e l'analisi dell"'orientamento".  Ardita innovazione per quel tempo, quando l'unico sistema educativo riconosciuto era quello del castigo corporale: persino in Germania (dice Heinrich Heine, scrittore, poeta e intellettuale tedesco dell'800) i verbi irregolari della lingua latina si distinguevano dai regolari per il maggior numero di staffilate che si infliggevano sulle spalle degli studenti!

Re Ferdinando IV di Borbone

 Il "Militare"

In questo "programma trittico", o "del corpo, della mente e del cuore", trova fondamento l'istruzione impartita nelle Scuole Militari, che istruiscono i giovani ai primi rudimenti "dell'arte militare", anch'essa espressione di una propria dignità. Soprattutto con seria attenzione e senza i vincoli precostituiti che da sempre configurano "la questione militare". Ma quello che si vuole rappresentare è "il tipo militare" che non è separato dal mondo "civile". Il primo impatto che si ha con il mondo militare è quello di un sistema di rigide norme regolamentari, "la disciplina militare", che sta molto stretto alla vita "borghese". E spesso si dimentica che tale sistema di regole proviene da esigenze assolutamente civili dell'uomo comune. Quali sono i principi elementari ma fondamentali: 

Il "Gruppo Bandiera"della Teuliè

- pulizia e ordine personale e del luogo in cui si vive, correttezza nei rapporti con chi vive in una comunità, educazione e rispetto nei più elementari comportamenti col prossimo (dalle mani in tasca, al taglio di capelli e della barba, al saluto, ecc.), cioè, l'educazione essenziale e fondativa della singola persona;  

- osservanza delle gerarchie, conoscenza dei propri diritti ma contemporanea presa coscienza e assimilazione dei doveri, senso della collettività.

Tutto questo riguarda lo spazio fisico, limitato e circoscritto, che coinvolge dimensioni "sensoriali", influenzano le emotività del "militare" e lo guidano nell'ambiente in cui si muove. Non sono questi i principi che bisogna rispettare nella cosiddetta "vita civile"?  Poi si passa alla formazione specifica, cioè l'addestramento: di tipo formale, singolo e collettivo ("ordine chiuso", marce, prove di tecnica militare, ecc.), dove si sviluppa la preparazione specifica dell'indirizzo militare: questo è il campo che più si conosce all'esterno e che più alimenta i dibattiti che esulano da questa analisi.   I principi fondamentali esposti, costituiscono l'approccio col mondo militare, una sorta di "impatto ambientale", che conferisce all'Allievo la peculiarità del proprio stato.  Ai fini di questa presentazione, sono gli

essenziali caratteri costitutivi della Scuola Militare "tipo" per la formazione del giovane Allievo, che non si discostano affatto dall'insieme di norme di buona educazione del cittadino qualsiasi. All'interno di questo mondo così "regolato", l'Allievo prende coscienza dei propri diritti, senza scinderlo dal rapporto biunivoco col dovere. Matura così, nel sentirsi inte-grato in un complesso, il valore dell'appartenenza e della coscienza di una collettività che cresce "insieme", seguendo un percorso comune e condiviso. Le tradizioni e la storia costi-tuiscono il necessario corredo formativo degli Allievi: tutte le testimonianze che si sono succedute nelle decine di genera-zioni che sono parte essenziale della stessa Storia Nazionale e che si sono succedute fino ad oggi, da oltre due secoli.

Kepì della divisa storica della Nunziatella

Le Scuole Militari, delle quali è stata fatta un'ampia descrizione, sono prevalentemente sorte e   cresciute in periodi storici di grandi trasformazioni ideali e da essi sono state direttamente coinvolte. In particolare la Nunziatella e, a fasi alterne, la Teulié.   Il periodo Risorgimentale ha maggiormente coinvolto la Scuola di Napoli, a partire dai primi sussulti che la Rivoluzione Napoletana del 1799 e di cui è stata già fatto un breve resoconto. E se a Milano la Teuliè, non ancora Scuola Militare, partecipa direttamente ai moti risorgimentali delle 5 giornate del 1848, i cadetti della Nunziatella erano già coinvolti nelle vicende belliche che contrapponevano i Borbone e, per lo Stato Pontificio, i Francesi , fino a segnare nella storia di quegli anni pagine significative e importanti.  Militarono anche con i Garibaldini per difendere gli ideali mazziniani dell'Italia Unita: dall'avventura di Carlo Pisacane all'attività di Mariano d'Ayala, ai fatti d'armi che videro protagonisti Alessandro Begani, Francesco Macdonald, Vincenzo d'Escamard, Florestano e Guglielmo Pepe, Pietro Colletta, Antonio e Girolamo Ulloa, Vincenzo Giordano Orsini, Carlo e Luigi Mezzacapo, gli stessi che, "esuli", nel 1856 fondarono a Torino l'attuale "Rivista Militare". E poi i fratelli Pietro, Giuseppe e Ludovico Quandel, Guglielmo Acton, Matteo Negri: da Gaeta al Volturno, da Marsala alla difesa della Repubblica Veneta. Fino ad assumere alto prestigio, a partire dal 1861, di tre Ex Allievi della Nunziatella la nomina di Capo di

 Stato Maggiore dell'Esercito: il primo fu Enrico Cosenz, lo seguì Domenico Primerano, e quindi, la quarta nomina fu assegnata di nuovo ad un Ex Allievo, Alberto Pollio. Anche drammatico fu il momento degli Ufficiali Borbonici, e tra questi gli Ex Allievi della Nunziatella, che dopo il 1860 dovettero prendere decisioni importanti e gravi, quando gli eventi della storia li obbligarono a prendere decisioni gravi: la loro vita militare nell'Italia Unita, rinnegando perciò il giuramento ai

Il Tenente Generale Guglielmo Pepe Carlo Pisacane

Borbone, oppure abbandonare la divisa  ("Nomi e volti di un esercito dimenticato", R.M. Selvaggi - Grimaldi & C. Editore, Napoli).

Tempo delle scelte che, oltre i nomi anzi citati, aveva già coinvolto quelli che si erano impegnati e avevano combattuto seguendo gli ideali risorgimentali: senza enfasi, per molte vicende che si sono succedute in quegli anni, quel tempo anticipò, la tragedia dell'8 settembre del 1943. Già, senza enfasi, perché proprio l'8 settembre del 1860, ironia della Storia, il Ministro della Guerra di Garibaldi, che era quel Generale Enrico Cosenz, che diventerà Capo di Stato

Il Tenente Generale Girolamo Ulloa Il Tenente Generale Enrico Cosens

Maggiore dei Piemontesi il giorno dopo dell'ingresso a Napoli, emise un editto in cui decretava l'accoglimento nei ranghi Piemontesi degli "Uffiziali" che avessero portato con sé i propri reparti, mantenendoli nel grado di provenienza, "manteneva a disposizione" quelli che "non" avessero portato con sé i reparti al loro comando, mentre intimava la degradazione fino al congedo per coloro i quali, entro i successivi dieci giorni, non avessero abiurato i Borbone.

Palazzo Salviati, vista dall'alto

La presenza militare delle Scuole Militari durante il Regno Unitario si manifesta, purtroppo e tristemente, nella battaglia di Adua, il 1° marzo del 1986, dove fu assegnata la Medaglia d'Oro alla memoria a tutti e 5 gli Allievi che provenivano dalle cinque Scuole Militari di Napoli, di Roma, di Milano e quelle già chiuse di Asti e di Racconigi.  

Roma, ippodromo Militare di Tor di Quinto - Federico Caprilli

Nell'ordine: Edoardo Bianchini, della NUNZIATELLA;  Aurelio Grue, del Collegio Militare di Roma; Umberto Masotto, del Collegio Militare "Teulié"; Pietro Cella, del Collegio Militare di Racconigi; Giuseppe Galliano, del Collegio Militare di Asti. Di questi, Galliano era già un mito per essere stato decorato con un'altra M. d'Oro a Enda Jesus -

Aurelio Grue (Collegio Militare di Roma) Umberto Masotto (Collegio Militare Teuliè)

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