F.lli
Esposito
© 2001
- 2008 by Carlo Esposito ex allievo
del 189' corso |
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Targa in marmo all'ingresso della Nunziatella |
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Ricordi e pensieri di Ex Allievi che si alternano in ordine alfabetico.
Solo l'ultimo esce dall'ordine per aver dettato la sua storia poco prima del
suo...
ultimo giorno... |
Felice Badolati
Nunziatella 1948
"In via della Lungara,
fra pazzi e delinquenti,
ci sono le speranze
dei nostri reggimenti": |
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così ripeteva mio Padre, Arcangelo, corso 1923 del Collegio
di via della Lungara, quel giorno di metà settembre del 1948 quando, prima
di portarmi a Napoli, a Monte di Dio, ha voluto fare il giro lungo, passando
da Roma, fermandosi davanti a Palazzo Salviati.
Quasi in raccoglimento, canticchiando quei versi con un motivo a me ormai
noto, che mi ricordano quando Papà, nella Piazza principale di Palmi,
salutava così i suoi compagni di corso Luigi Pentimalli (che ultimò il liceo
alla Nunziatella e che divenne Oncologo di fama internazionale) e Domenico
Guardata, quando sfottevano il loro Cappellone Mimì Cotronei, del corso
1925, tutti a loro volta Cappelloni di Guido Mezzatesta, del corso 1921 .
Che gruppo! In fondo non troppo diverso da quella "bella gioventù" palmese,
da sempre goliarda e rumorosa di accesi spiriti giovanili.
Sapevo che Papà, tristemente per lui, mi doveva accompagnare alla
Nunziatella, visto che il
Collegio di Via della Lungara era stato chiuso, ma sapevo anche che i suoi
compagni palmesi mi
avrebbero aspettato per il primo Natale per ascoltare il mio "rapportino",
le mie storie, le stesse che
poi erano le loro di mezzo secolo prima. |
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Specie quelle dei mal di pancia per le indigestioni, epiche
per tutti i giovani, ma poco austere e di scarsa nobiltà ci guerriere per "le
speranze dei nostri reggimenti "!, che però agitavano, come oggi, le
mamme di tutti "i più giovani figli in armi della nostra cara Patria...."
Quasi mi sentivo solo nel Rosso Maniero. .Ma lì, dopo qualche anno mi
seguirono altri palmesi: da Giuseppe Calogero,
figlio del Gen. dei Bersaglieri Giovanni, anche lui "Nunziatello"
(corso 1920) come Bagalà (corso 1912) e il Gen. Salvatore Coniglio (corso
1935); quindi Titta Pentimalli, nipote di Luigi Pentimalli, il compagno di
corso di mio Padre: qui mi preme citare che essi furono rispettivamente
cugino e zio della Medaglia d'Oro Livio Pentimalli che nel 1942 aveva
arricchito d'orgoglio patriottico la storia del paese. E venne a
Pizzofalcone anche Michele Guardata, come me il figlio dell'altro compagno
di corso di Papà; e dopo di lui Pino Capua e Nunzio Seminara. E ancora a
seguire Nicola Napoli, Rocco Filardi e di recente Francesco Barone, mentre
Carlo Alberto Minasi è appena entrato al Morosini.. Continua la storia
palmese di "Anziani e Cappelloni e ora un Pivolo!", una "colonia di
Scuole Militari sempre aperta", che rinverdisce le "speranze" di questa
martoriata Regione, dove, "fra pazzi e delinquenti", l'isola felice dei
nostri ricordi ci fa sempre fremere davanti al tricolore. Come una volta,
non come oggi, quando le speranze" s'incontrano soltanto davanti a "22
figuri" in mutande che corrono sull'erba, dietro una "palla di pelle",
davanti a milioni di "guardoni" delle TV.
Ora mi assale un pò di tristezza e, scrivendo queste parole, ritorno agli
antichi ricordi, mentre sul mio tavolo di studio si posa lo sguardo sulla |
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medaglia d'oro di Papà, conquistata per i meriti sportivi di
80 anni fa. E mi sento ancora parte di quel mondo di "speranze" che forse
vivono sempre e che tornano per farmi sognare. Come in quel primo giorno,
fra quei mal di pancia dei clisteri e quei valori che tutti i giorni insisto
a trasmettere a figli e nipoti. Vivo in quest' "isola calabrese", dove Via
della Lungara e il Pizzofalcone sono sempre la mia Casa.
E quella di quei tanti che ho qui ricordato.
Alberto Blarzino
Nunziatella 1941
Era settembre quando fui assegnato alla Nunziatella e il 5 ottobre, arrivai
a Napoli.
Dopo una breve passeggiata a Via Caracciolo, fra i rumori di mezzi militari
italiani e germanici che circolavano frequenti, a ridosso della Villa
Comunale c'era un piccolo Circo di divertimenti, da dove uscivano, come un
accompagnamento musicale, le note sincopate di "Ohi Marì! "
Entrai alla Nunziatella in quell'atrio austero, passando accanto al cippo
del sacrario.
Fui ricevuto dallo scelto di turno che mi guidò in camerata, dove giunsi
affaticato dalle pesanti valige.
Dài alla vestizione: giubba e pantaloni di panno grigio, pantaloni da
cavallerizzo (si diceva a"pompa-merda", per chi se la faceva sotto...),
fasce mollettiere, stivaletti neri: tutt'addosso, sulle braccia a mensola,
viso coperto e passi incerti fino all'armadietto.
E via all'ordine chiuso": "Cappelloni" (così eravamo), incerti, spauriti e
timorosi. II rigore della vita insieme ci attanagliava.
Le prime e ultime lacrime infantili della prima notte presero un pò di noi,
senza presagire i giorni spensierati, ricchi d'emozione e di passione che da
lì a poche ore si sarebbero avvicendati. |
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Palazzo Salviati, Via della Lungara Ottobre 1942
Sempre all'inizio della scuola, i primi d'ottobre.
La Direzione delle Scuole m i trasferisce con la solita cartolina al
Collegio Militare di Roma, a Palazzo Salviati, in via della Lungara.
Stesso ambiente della Nunziatella, stessa aria che respiravi, stessi
progetti, stesso allievo scelto che t'aspetta sotto il portone e che
t'accompagna in camerata.
Anni romani, davanti al "ponte der sordino", primi anni di guerra e prime
storie dei doveri e
delle responsabilità di chi era da poco uscito e già stava sui campi di
battaglia. Quelle prime emozioni non ci abbandonavano.
Da Palazzo Salviati al "liceo convitto Salviati"
Anche noi sull'Aventino
1943
Era passato da poco il tristissimo e drammatico 8 settembre.
Ci trasferiscono, anche noi, sull'Aventino, nel nostro Collegio Militare
trasformato in "liceo convitto Salviati".
Anni bui di ricordi tragici, di riflessioni serie e di scelte nel campo
dell'onore e dell'orgoglio per i nostri sentimenti.
Erano anni in cui gli insegnamenti dovevano applicarsi senza ritardi.
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